Monastero di Sant'Anna in Camprena

Nicoletta

04 maggio 2021 by Nicoletta

Misticismo e fascino austero arricchito dagli affreschi del Sodoma

Bernardo Tolomei, fondatore dell’Ordine benedettino olivetano e dell’abbazia di Monte Oliveto Maggiore nel Comune di Asciano, fondò nel 1324 nei pressi di Castelmuzio un romitorio nei terreni donati dalla nobile senese Uguccia de Ragnoni che lì possedeva un palazzo fortificato. Nel 1334 un gruppo di monaci provenienti dall'abbazia di Monte Oliveto instaurò nel romitorio un vero e proprio monastero. Pienza. Il nome si presume che derivi dalla natura sabbiosa del terreno campus arenae.
La costruzione del nuovo monastero, dipendente da Monte Oliveto, venne avviata soltanto agli inizi del XV secolo e si protrasse fino al 1517; nello stesso anno si ebbe la consacrazione della chiesa dedicata a Sant'Anna. Il complesso fu oggetto di restauri anche nei secoli XVII e XVIII.
Nel 1784 il monastero venne soppresso e divenne sede di una parrocchia della diocesi di Pienza dipendente dalla pieve di Santo Stefano a Cennano presso Castelmuzio e l'edificio un tempo abitato dai monaci divenne la canonica. Nel 1833 la parrocchia contava 108 abitanti.
Questo luogo, intriso di storia e spiritualità, ha saputo affascinare anche grandi artisti. Il regista italo-americano nel 1996 Anthony Minghella ha scelto Sant'Anna in Camprena per girare alcune delle più celebri scene del film Il Paziente Inglese, vincitore di ben 9 Premi Oscar.
Gestito dalla diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza attualmente Sant’Anna in Camprena è adibita ad agriturismo in cui si svolgono numerose attività, come corsi d’arte nelle materie di pittura, disegno, fotografia e concerti di musica classica; è anche la location perfetta per suggestivi matrimoni.
Il complesso comprende la chiesa abbaziale, il monastero ad essa adiacente e un piccolo cimitero, posto alle spalle della chiesa.
All’interno della chiesa, dedicata a Sant'Anna, sono conservati quadri raffiguranti Santa Scolastica e l'Angelo e la Madonna in trono col Bambino e Sant'Anna fra due monaci olivetani genuflessi. Lungo le pareti, invece, vi sono opere del Seicento relative alle Scene della vita di San Bernardo Tolomei.
Nel refettorio del monastero si trova un bellissimo ciclo di affreschi, databili 1503-1504, raffiguranti, nella parete di fondo, la moltiplicazione dei pani e dei pesci e nella parete di ingresso tre scene con San Benedetto in trono circondato dai monaci, la Pietà, la Madonna col Bambino, S. Anna e due monaci olivetani. II tutto è opera di Antonio Bazzi detto il Sodoma, geniale artista piemontese vissuto tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento.

Gli Affreschi di Sant'Anna in Camprena

Gli affreschi del Monastero di Sant'Anna in Camprena (Pienza) furono realizzati da Giovanni Antonio Bazzi, in arte Sodoma, tra il luglio del 1503 e metà del 1504.

Nelle decorazioni che inquadrano le scene compaiono i motivi a grottesca derivanti dalle volte della Domus Aurea di Nerone, riscoperta a Roma proprio in quegli anni. Anche i monocromi con fondi di colori diversi, bianchi, neri, verdi e ocra, derivano da quelli delle volte della Domus Aurea. Si nota anche una struttura compositiva molto simile a quella realizzata da Luca Signorelli nella Cappella di San Brizio del Duomo di Orvieto . Le strane e fantasiose figure si distribuiscono in una trama ordinata e leggera intorno alle scene figurate, disponendosi sui pilastri e sui fregi. Nell'apparato decorativo degli affreschi Sodoma ha inserito alcuni oculi con figure di santi, sviluppati con efficaci effetti prospettici. Tra le parti rimaste e meglio conservate si può ancora osservare la santa Caterina da Siena. La figura femminile sembra affacciarsi a una finestra rotonda, intenta alla lettura, con alle spalle un ampio paesaggio in cui lo sguardo si perde fino all'orizzonte.

Per quanto riguarda il complesso delle rappresentazioni figurate, le composizioni molto regolari e bilanciate, gli atteggiamenti delle figure e i paesaggi in lontananza, risentono dell'influenza del Perugino. Lo stesso vale per le citazioni di monumenti famosi, come ad esempio il Colosseo e L'arco di Costantino, sullo sfondo della Moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Nelle parti in monocromo che intervallano le scene, in cui sono imitati antichi rilievi, Sodoma sembra fondere i ricordi delle decorazioni a grisaglia dipinte da Bramantino nel Castello Sforzesco di Milano con quelle realizzate dal Pinturicchio a Roma in Santa Maria in Aracoeli e nel Palazzo della Rovere in Borgo Vecchio.
Ma il lavoro realizzato dall'artista vercellese offre anche molti aspetti estranei alla cultura artistica che caratterizzava la pittura Toscana in quel momento e che rivelano invece la sua formazione lombarda.

 

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